Nadia Comaneci e la polizia segreta by Stejarel Olaru

Nadia Comaneci e la polizia segreta by Stejarel Olaru

autore:Stejarel Olaru [Olaru, Stejarel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2024-07-26T12:00:00+00:00


Secondo Maria Simionescu, Larisa Latynina, diventata allenatrice della squadra di ginnastica femminile sovietica dopo il ritiro dalle competizioni, non aveva mai apprezzato Nadia Comăneci. Nell’estate del 1975, rendendosi conto che la sportiva romena minacciava la supremazia sovietica, Latynina «ha cercato di influenzare il pubblico contro la nostra ginnasta» e alla competizione preolimpica di Montreal volle addirittura contestare per iscritto il punteggio ottenuto da Nadia nell’esercizio alle parallele asimmetriche,98 riferì «Lia Muri» nell’ottobre 1975.

All’epoca erano consapevoli di questo problema non solo i giudici e gli allenatori romeni, ma anche alcuni giornalisti. Constantin Macovei di Sportul, per esempio, seppe «da un redattore sovietico, suo amico, che gli allenatori sovietici delle squadre femminili sono nel panico e hanno adottato misure eccezionali per far fronte alla nuova situazione»99. Di conseguenza, alla fine del 1975, dopo i successi ottenuti da Nadia a Skien e alle gare preolimpiche di Montreal, era evidente che i sovietici non avevano intenzione di invitare i rappresentanti della Romania alle riunioni segrete in albergo.

La situazione peggiorò dopo le Olimpiadi di Montreal, quando il russo Jurij Titov fu eletto capo della Federazione internazionale di ginnastica, ed Ellen Berger, della Germania dell’Est, responsabile del Comitato tecnico femminile della Federazione. Prima della nomina della Berger, il Comitato era stato presieduto dall’ungherese Valeria Nagy, che non nascondeva la sua avversione per i romeni. Come affermò «Nelu» in un rapporto del giugno 1975, la sua antipatia derivava presumibilmente da quelli che l’informatore chiamava «sentimenti sciovinisti»100. Per questo motivo Valeria Nagy era tenuta sotto controllo dalla Securitate per «atteggiamenti negativi nei confronti del nostro Paese» e per i suoi «commenti irredentisti». Questa conclusione non era affatto esagerata, e Maria Simionescu venne incaricata «di contattare la donna in questione quando ne avrà la possibilità per stabilire la sua posizione nei confronti del nostro Paese»101. A partire dall’estate del 1976, però, quando lo svizzero Arthur Gander fu sostituito alla guida della Fig da Jurij Titov, e Valeria Nagy da Ellen Berger nel ruolo di responsabile del Comitato tecnico femminile, sembra che le macchinazioni segrete fossero diventate la norma.

In un rapporto del 30 settembre 1980, Maria Simionescu descrive Ellen Berger come «aggressiva» nei confronti dei romeni: «Questa aggressività si manifesta soprattutto nei nostri confronti, trasformando i problemi che riscontra con i nostri rappresentanti in problemi con i “romeni” in generale. Per esempio, a Thonon-les-Bains ha rimproverato Jaroslava Matlochovâ (Cecoslovacchia) di essere venuta a Băile Felix, nel nostro Paese, per curarsi: “Come hai osato andare in Romania, dai romeni?” Ha ricevuto da lei una risposta molto gentile: le ha detto che era stata accolta bene e che siamo persone speciali. La maggior parte degli ultimi incontri del Comitato sono iniziati con rimproveri aperti contro di noi. Ai Giochi olimpici di Mosca, nelle finali alla trave, Titov Jurij, Urss, coinvolto direttamente, ha ceduto, ma Ellen Berger no. È sposata e ha un figlio che, come mi ha detto, lavora nella sicurezza della Rdt. Ha vissuto per molti anni con Helmut Grosse, un ufficiale dell’aeronautica, che ha svolto una formazione specialistica nell’Urss. Entrambi



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